Samsung Galaxy Fold, lo smartphone che si piega!
“Poche ore fa sono stati presentati a Londra i nuovi smartphone di casa Samsung e, oltre ai vari Galaxy S10, S10+ ed S10 E, abbiamo avuto l’occasione di scoprire il pionieristico Galaxy Fold. Uno smartphone molto particolare, il cui nome fa già intendere la novità: il display si piega!

Come è fatto?
Il dispositivo è composto da due display: la prima configurazione, quella chiusa, lo rende molto simile a un device di qualche anno fa, in quanto mostra un piccolo schermo da 4,6″ di diagonale. Ma è aprendolo che si ha il vero valore aggiunto: una grande superficie da 7,3″, composta da un pannello super amoled pieghevole che può contenere fino a 3 app in multi windows.
Stando alle dichiarazione di Samsung, la cerniera ed il display sono garantiti fino a 100 mila aperture e chiusure

configurazione chiusa

configurazione aperta
A cosa serve uno smartphone pieghevole?
In effetti la domanda sorge spontanea, a cosa serve un dispositivo che si piega? Sicuramente bello e innovativo, fornisce una marcia in più in ambiente produttività: Samsung infatti, durante la presentazione, ha sottolineato più volte la funzionalità continuity. Questa integrazione permette di avere un’esperienza utente molto interessante poiché le app che vengono lanciate sul display “esterno” vengono traslate sul ben più ampio schermo interno al momento dell’ “apertura” del device.
La casa coreana inoltre afferma di aver lavorato a stretto contatto con Google, per garantire la miglior fruibilità dei contenuti.

Specifiche Tecniche
4,6″ Chiuso e 7,3″ Aperto – 1536 x 2152 px
Android 9 Pie – One UI
Qualcomm SDM855 Snapdragon 855
3 Fotocamere Posteriori da: 12 Mp (Wide); 12 Mp (Zoom); 16 Mp (UltraWide) | 2 Anteriori da: 10 Mp + 8 Mp (Profondità)
Doppia batteria: 2x 2190 mAh – Totale 4380 mAh
Porta di ricarica USB – C
Continuity – Passaggio da uno schermo all’altro mantenendo le sessioni
Passiamo al tasto dolente: per portarlo a casa servono un paio di stipendi, visto che al lancio il costo si aggira sui 2000 euro, ma si sa, l’innovazione costa!